martedì 13 luglio 2010

Mario


Mario, seminarista dell último anno di teologia, é stato ucciso domenica 11 luglio davanti a casa sua da un drogato che gli ha rubato l´auto. il vescovo nell´omelia cosí ha dichiarato: "uccidendo Mario, hanno ucciso una speranza per la chiesa di sao luis".
Ed ´e vero! Era un giovane in gambissima, serio, sensibile, dedicato, che amava la sua chiesa e disposto a donarsi con tutta la sua vita.
Grazie Signore per la sua vita e perdona chi lo ha ucciso. Ma aiutaci a costruire una societá piú giusta e fraterna.

Visita Pastorale in Humberto de Campos


Don Daniele Soardo, fidei donum di Verona, racconta l’esperienza fatta in una parrocchia dell’interior (Humberto di Campo) della diocesi di São Luis, Maranhão, Brasile. Desobriga in Brasile si intende l’arrivo del prete nelle zone sperdute della parrocchia, una volta l’anno, e nell’occasione di questa visita pastorale, celebra i sacramenti.

Martedì 14 giugno 2010: i giovani Castelo, Roseane, Daiane e io – tutti della parrocchia della Santissima Trindade in São Luis - viaggiammo per Humberto di Campo. Ad invitarmi è stato il parroco di quella parrocchia, padre Ribamar ed ho accettato volentieri. Padre Ribamar e il diacono Bernardo prepararono il pranzo. Da alcuni giorni è stata licenziata la cuoca. Le casse parrocchiali non permettono questo lusso! Alle 14 arriva la Toyota per portarci a destinazione.
Alto Alegre
Dopo tre ore di Toyota arriviamo al villaggio più distante: Alto Alegre. E’ il primo villaggio dei sei che fanno parte dell’area pastorale San Benedetto. Qualcuno spara petardi per il nostro arrivo, mentre i maialini girovagano famelici in mezzo alla sabbia cercando cibo. Il patriarca ha dato il nome al villaggio. Sarà così per tutti i villaggi visitati. Facciamo il bagno nel cortile interno della casa, con tanto di secchio d’acqua, tirando l’acqua da un pozzo fondo 8-10 metri. Alle 7 di sera è marcata la riunione in chiesa: uomini e donne, tantissimi bambini. Arrivano con i loro sgabelli perché la chiesa non ha assenti! C’è un grande calore nell’accoglienza, si nota molta semplicità, interesse per la visita. Qui sono abituati a vedere il prete in “desobriga” una volta all’anno: da decenni la vita pastorale qui funziona così. Dopo la catechesi, seduto fuori da casa, posso contemplare il meraviglioso cielo stellato: sembra che le stelle si concentrino nell’interior, dove la luce elettrica molto fioca non riesce a offuscare la bellezza del firmamento. Alle 7 del mattino molti uomini e donne si confessano! Alle 8,30 messa con i battesimi. La chiesa si riempie con persone anche dai villaggi vicini, vicini per modo di dire, visto che devono farsi anche 2-3 ore di cammino, a piedi o su un cavallo. Terminata la celebrazione si torna in casa per il pranzo: un piatto di riso, fagioli, carne di vitello e di gallina, e l’ imperdibile farinha.

San Benedetto
Dopo il riposo, ecco la sorpresa: arrivano 4 cavalli per portarci all’altro villaggio. Penso che mi abbiano offerto il cavallo più bello e mite. Saluti e ringraziamenti. In mezzo ad un paesaggio di arbusti, sotto il calore di un sole che brucia, in mezzo a una natura che sembra ferma, ecco che arriviamo all’altro villaggio, San Benedetto. Lo stesso schema del villaggio precedente: conversazione franca e piacevole, bagno nel fiume. Cena e riunione in chiesa. Prima però andiamo a visitare tre anziani di novant’anni. Preghiamo insieme, ricevono l’olio degli infermi, con la presenza dei famigliari. Andiamo verso la chiesa, orgoglio dei fedeli di avere la propria chiesa. Nella catechesi si parla soprattutto di battesimo e matrimonio. Si può battezzare senza essere sposati in chiesa? Molti passano per più di una unione e la prudenza di non sposarsi è ritenuta obbligatoria: com’è possibile impegnarsi per sempre? Torniamo a casa e dormiamo presto. Al mattino, confessioni, con prevalenza di uomini, e messa partecipata al tocco dei tamburi e del cembalo. Si celebra pure un matrimonio: sposi, vestiti in maniera molto modesta. Per questa e le altre coppie di sposi, il matrimonio religioso è celebrato solo dopo vari anni di convivenza e vari figli dei quali alcuni sono battezzati nella stessa celebrazione del matrimonio.

Anajá dos Dias
Al pomeriggio usciamo di nuovo a cavallo per arrivare ad Anaja dos Dias. Il patriarca Domenico, uomo di 83 anni, ci accoglie felici. Si mette una camicia. È lui che ha cominciato la storia di quel villaggio. Anajà è l’albero di quella regione, Dias, è il cognome di Domingo, e il nome del villaggio è bell’è fatto. Cavalli, maialini e galline completano la popolazione. Sul retro della chiesa, confesso la maggior parte degli abitanti. Messa, battesimi e un matrimonio. La storia si ripete: chi si sposa pure battezza. Nella casa degli sposi festa con musica, bevande e molto cibo. Mio Dio, quanti bambini. Bambine che sorreggono altri bambini al collo o al fianco, e molte volte non riesco a distinguere se è la sorella o… se è la mamma del piccolo.

Vaca Velha
Al pomeriggio si va di nuovo a cavallo, con disinvoltura! Arriviamo in Vaca Velha, ora transformato in Sacro Cuore di Gesù, nome migliore per un villaggio di cristiani! In chiesa conversazione franca e “pesante”, a riguardo del battesimo e del matrimonio. Parlo di amore, responsabilità, libertà dell’amore, della fedeltà. Dopo la riunione mi metto a disposizione delle confessioni che terminano alle 22,45 e ricominciano alle 7 del mattino, fino alle 9, seguite dalla messa, battesimi, prime comunioni e matrimonio. Chiesa piena e celebrazione ben animata con canti e partecipazione del popolo! I giovani vanno alla festa di matrimonio e...quale sorpresa! Castello, il giovane che é venuto con me, si è fatto tagliare i capelli dallo sposo. Strano! Nel giorno del matrimonio, il regalo è stato dallo sposo al visitatore.

Santa Maria
Fuori ci aspetta già la Toyota per andare al villaggio di Santa Maria, con appena 15-20 famiglie. Siamo ospiti in una casa di argilla. Andiamo a fare il bagno al fiume, visitiamo le famiglie, con la corona di bambini che fanno festa e ci precedono e catechesi serale. All’alba, immancabile bagno nel fiume. Vado da solo: mi tuffo in mezzo alla natura amica! Alle 7 confessioni e alle 9 messa, con battesimi. E’ una chiesa molto povera, di paglia e argilla, ma decorosa. La gente è semplice, attenta e generosa.

Cocal
Ultima uscita di cavallo, per il villaggio di Cocal, ospiti del patriarca Francesco, dal quale è nato questo villaggio. Ha allevato un sacco di figli altrui, che si sono moltiplicati e ahnno formato il villaggio. Alle 9 iniziamo la messa, nella nuova chiesa. E’ una giornata storica. Facciamo la foto davanti alla facciata della chiesa, con tanto di statua di San Sebastiano, al quale la chiesa è dedicata. Alle 13, prendiamo il trattore che qui non serve per lavorare i campi, ma come mezzo di trasporto quasi “comodo”. Dopo piú di due ore arriviamo ci sta aspettando il diacono Bernardo con la nostra auto. Proseguiamo il viaggio di ritorno Claudio, che da molti anni vive a São Luis per studio. Lui ci dice che nell’interior viene poco, solo due-tre giorni perché non si sente più a suo agio. conferma una mia impressione: i giovani che sperimentano un’altra vita, difficilmente ritorneranno nell’interior per rimanerci. E’ troppo grande la differenza di vita tra l’interior e la città.

Che cosa resta?
Restano tante e forti emozioni:
• Il contatto con la natura selvaggia, e poco generosa. Poche possibilità di agricoltura. Il popolo sembra peró vivere in pace. Non dà l’impressione di soffrire le restrizioni o i limiti di questa terra, in una osmosi singolare: animali dentro casa e esseri umani dentro la natura, in una dipendenza stretta e vitale.
• Una vita dove il tempo sembra fermo. L’impressione che tutti si siano presi una settimana di ferie per il nostro arrivo, senza la pressione dell’orologio, che scompare nell’ora delle celebrazioni.
• Una accoglienza spontanea e allegra nelle comunità e dei fedeli;
• Una fede che si mantiene viva, anche nell’assenza del prete;
• L’orgoglio di laici di esser dirigenti di comunità, assumendo con responsabilità e dedicazione la loro missione.

Rimangono pure alcune domande e preoccupazioni:
• Il prete che si fa presente una volta all’anno per una visita di un giorno e per celebrare i sacramenti. Quale sarà lo spessore dell’evangelizzazione?
• La preoccupazione che in pochi anni, con i bambini e giovani che studiano in cittá, questi villaggi scompaiano per mancanza di abitanti;
• Una modernità – esempio ecclatante la TV e il cellulare - che porta innegabili benefici materiali, ma che provoca pure individualismo, lontananza dalla natura e dalla fraternità comunitaria.
• Nei cambiamenti, resisterá questa sensibilità religiosa, dall´enorme senso della Provvidenza Divina?

Questa missione avventurosa ci ha segnato:
 nei doni degli alimenti che ci sono stati offerti: zucche, fagioli, farina;
 nei dialoghi e nelle foto;
 nel ricordo di notti silenziose e stellate, di canti, di bambini, di fiumi e sabbia, che fa elevare lo spirito a Dio e il nostro ringraziamento all’area pastorale san Benedetto;
 nello stupore di una esperienza tanto differente ma prossima di una fraternità naturale;

Infine una preghiera di cuore per tutte le persone che ci hanno accolto: che Dio li protegga e li conservi in tutto quello che di buono e saggio hanno appreso dalla natura e dal Dio della vita.

Don Daniele Soardo, fidei donum a São Luis-Brasile