domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua dal Brasile: scrive Padre Claudio


"Estou feliz de estar no fim do mundo!”                                                                                     Sono Felice di essere qui, alla fine del mondo!”
Papa Francesco ha detto che i cardinali sono andati a prenderlo alla fine del mondo. Qui in America Latina, “la fine del mondo”, c’è una realtà di fede e di Chiesa, nei tempi passati forse un po’ relegata ai margini, che vale la pena collocare al centro. Come è questa realtà? È una realtà che vive un grande sviluppo e cambiamento. Nello stesso tempo ci sono grandissime contraddizioni e sfide: disuguaglianze economiche  (i poveri li incontri tutti i giorni per davvero!), disuguaglianze educative (nel paese del grande pedagogista Paulo Freire e di grandi poeti e scrittori, ci sono troppe persone ancora analfabete  e c’è una pessima qualità della scuola), pluralità religiosa (ad ogni angolo ci sono Chiese di tutte le specie e si vive in mezzo a una “concorrenza religiosa”), grande numero di ragazzi e giovani. In questa situazione il mio compito di prete e missionario “fidei donum” della Chiesa di Verona, insieme ai miei colleghi preti Manuele  Modena e Orazio Bellomi (e fra qualche giorno anche Michele De Santi) e insieme ai laici Damiano, Francesca con il figlio Isacco e con Maria Gobbato, è quello di imparare e aiutare, ascoltare e condividere. Qui la Via Crucis è reale per tante famiglie che vedono tutti i giorni i propri figli ammazzati. La fede della gente, per molti aspetti semplice e  spontanea, è piena dell’esperienza viva di tutti i giorni. Non mancano certamente tentativi di mascherare o anestetizzare il dolore della vita, ma negli occhi delle persone traspare sempre insieme la sofferenza delle vicende quotidiane  e la gioia e la speranza che vengono dalla fede. Per questo sono felice di essere qui, “alla fine del mondo”: perchè qui l’esperienza di fede e di Chiesa si intreccia con la vita quotidiana. E la vita ha bisogno sempre della luce e della forza che viene dalla fede. Come vorrei che molti altri miei confratelli preti sperimentassero questo intreccio meraviglioso, di sofferenza e speranza, di morte e risurrezione!  Ma anche a molti laici e famiglie farebbe bene respirare, per un po’ di tempo, una spiritualitá un po’ diversa da quella che spesso si sperimenta in Europa. Forse papa Francesco ci sembra un po’ avanti con gli anni per assumere un incarico così importante per tutta la Chiesa. Ma l’esperienza di una Chiesa giovane, come è la Chiesa dell’America Latina, gli darà la forza di mantenersi giovane anche nella millenaria Roma e di stimolare tutti a riscoprire la bellezza, la semplicità e la verità della fede che trasforma la vita e rende piú autentica la Chiesa.
A tutti,
soprattutto a chi è ammalato o si trova in qualche difficoltà,
                              Felice e Santa Pasqua!
Ciao e Grazie per la preghiera e il sostegno! Claudio Vallicella, prete fidei donum.
Insieme a don Manuele, don Orazio, Francesca, Damiano e Isacco, Maria                                                                      e la Parrocchia della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.

Notizie:                                                                                                                                                                                         Il 2 gennaio è arrivato pe Manuele Modena e alla fine di gennaio (come previsto) la nostra carissima Carolina è tornata in Italia. Il 5 di aprile ci sará l’arrivo di pe Michele De Santi (che a fine marzo si è laureato in lingue).  


Buona Pasqua dal Brasile: scrive Padre Orazio



Cidade Olímpica 30.03.2013

Mi é particolarmente piaciuta, o meglio mi ha toccato, "mexeo comigo", l'omelia dell'inizio del suo ministero petrino del papa Francesco. È piena di significato la parola centrale che lui ha scelto in questa sua omelia: "Essere custode".
Come essere custode: "Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto... " Parlando di San Giuseppe dice: " è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, …. vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!”
Come sento vere queste parole, per me, qui in Cidade Olimpica. Per essere custode, disponibile, attento, sensibile, alle persone é fondamentale saper essere aperto ai segni di Dio, per essere disponibile al suo progetto. Chi sa ascoltare Dio diventa ogni giorno piú sensibile alle persone che gli sono affidate e capace di leggere e interpretare la realtá che lo circonda. É vero anche il contrario, chi sa crescere in sensibilitá nell’attenzione agli altri diventa capace di ascoltare Dio.
Ciascuno di noi ha persone che ci sono affidate.
            A gennaio sono venuto a Verona di corsa, per “custodire” un pó piú da vicino, i miei genitori. Ho sentito anche questo come parte della mia missione di prete (in quanto figlio). Approfitto per ringraziare tutti quelli che sono stati vicini a loro e lo continuano a essere.
La missione affidataci, continua il papa, abbraccia anche la natura: “E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, ... E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro...”
            Diventare piú sensibili agli altri. Penso che questo sia uno degli obiettivi principali che ha caratterizzato questi miei anni di Brasile. Come imparare e diventare sensibili a chi ci circonda, specialmente i piccoli. Un po’ penso di aver imparato. C’é ancora strada da percorrere e c’é bisogno di custodire questa sensibilitá, perché sembra che tutto spinga nella direzione opposta. Quello che mi sta aiutando di piú in questo, é l’andare a trovare le persone, é l’ascoltare La Parola ogni giorno.
Il papa aggiunge una ulteriore annotazione:
“Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza... che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!”
Tutti noi, penso, abbiamo sperimentato la bellezza e la veritá di questo, quando altri si sono presi cura di noi. Chiediamo il dono di non aver paura di voler bene.
Alla fine il Papa parla anche del suo potere e di una grande necessitá di speranza.
“Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, celebriamo l’inizio del ministero del nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro, che comporta anche un potere...
Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio...  aprire le braccia per custodire ... con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr Mt25,31-46). Solo chi serve con amore sa custodire!
Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!”
Un altro nome della ressurrezione é: “speranza”.
Che il messaggio di Pasqua sia questo:
“Custodire” per poter “Portare il calore della speranza”.
Una santa e felice Pasqua
Orazio


Buona Pasqua dal Brasile: scrive Padre Manuele

Marzo ha già 1,5 omicidi al giorno. Il tasso di criminalità raggiunge un numero elevato nella regione metropolitana di São Luís. Nei primi quindici giorni del mese di marzo, la media è di più di un omicidio al giorno. Solo il giorno 11 e il giorno 12, nove persone sono state uccise nei quattro comuni dell'isola. In 15 giorni ci sono state 23 persone assassinate. Oltre il 70% degli omicidi sono legati al traffico di droga. L'anno scorso sono state uccise 635 persone.
La lotta contro il traffico di droga è una priorità. Nell'ultima settimana sono stati arrestati 24 consumatori di droga, operazione eseguita dalla Polizia Civile, la cui sfida principale è frenare la violenza nella capitale. Ci sono diverse inchieste in corso, con la mappatura dei quartieri con il più alto tasso di traffico. La maggior parte degli omicidi sono legati al traffico di droga. Pertanto l'obiettivo è quello di combattere il traffico di droga, che è l'origine di tutto.
Fazeinderos denunciati per uso di manodopera di schiavi: 17 persone sono state salvate.
Il Maranhão è il quarto stato che più utilizza lavoro degli schiavi.
Caos nelle scuole. È in corso una inchiesta per determinare la situazione delle scuole di São Luís, dove sono stati individuati seri problemi per quanto riguarda le ore di insegnamento, il cibo, il trasporto. Problemi che si protraggono dal 2009. Oltre ai problemi alle strutture, c'è carenza di insegnanti, che porta ad un deficit di ore che si accumula dal 2011. L'anno scorso avrebbe dovuto essere reintegrato il disavanzo dell'anno
precedente, che invece non si è verificato.
Piogge causano distruzione nelle vie e nei quartieri di São Luís. Fognature intasate. Un problema che si moltiplica nei quartieri della capitale durante la stagione delle piogge. Connessioni illegali e gallerie intasate contribuiscono ad aggravare la situazione. Una donna incinta ha dovuto essere ricoverata, perché il figlio che
aspettava era morto da almeno quattro giorni nel suo ventre. I residenti l'hanno portata negli ospedali della città, senza che però ricevesse le cure necessarie. In alcune comunità manca anche l'acqua per bere e preparare da mangiare, perché il pozzo che forniva il quartiere è stato bloccato, perché l'acqua era inquinata: non c'è la fogna e la gente è costretta a costruirsi una fossa. La mancanza di rispetto delle regole produce la contaminazione dell'acqua.

Siamo un popolo pasquale in un mondo da venerdì santo.
Nella pagina sopra ho ripreso alcune notizie apparse sui giornali nelle settimane passate, che tentano di raccontare la realtà in cui siamo immersi: realtà non sempre facile e spesso segnata da tante sofferenze, tante volte in cose basilari, che per noi occidentali sono scontate, come può essere l'acqua dal rubinetto di casa, o una scuola decente e regolare nelle ore di insegnamento (Pablo ha terminato a metà marzo gli esami universitari dell'anno scorso: non perché non aveva studiato e li ha rimandati, ma perché le lezioni del 2012 -il calendario scolastico qui segue il calendario civile- sono terminate adesso, per i ritardi che, per tanti motivi, sono stati accumulati). Eppure in mezzo alle cattive notizie risuona un forte invito alla gioia: il popolo brasiliano è un popolo sofferente, ma non sconfitto, non rassegnato. È forte di quella gioia, di quella speranza che la risurrezione di Gesù ha aperto per tutti quelli che lo accolgono. Anche noi siamo invitati a leggere alla luce della risurrezione di Cristo le vicende lieti e tristi della nostra vita: “ciò che ci determina non sono le circostanze drammatiche della vita, né le sfide della società, né i compiti che dobbiamo intraprendere, ma è soprattutto l'amore ricevuto dal Padre per mezzo di Gesù Cristo con l'unzione dello Spirito Santo” (Documento di Aparecida).
Siamo felici non perché stiamo bene, non perché tutto va bene, ma perché Gesù è Risorto e riempie il nostro cuore di pace e gioia: transbordando (straripando, traboccando) di gratitudine e felicità, testimoniamo il dono, la bellezza dell'incontro con Gesù (Documento di Aparecida).
Che anche voi, in mezzo a sfide e circostanze non sempre facili, possiate essere insopportabilmente felici!
Uma feliz e abençoada Pàscoa! 
pe Manuel

E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza!
(Papa Chico, no Domingo de Ramos)
Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima.
Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. Perché la Croce? Perché Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, di tutti noi, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio. Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità! E Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione.
Questo è il bene che Gesù fa a tutti noi sul trono della Croce. La croce di Cristo abbracciata con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte.

Buona Pasqua dal Brasile: scrive la famiglia

Se a juventude viesse a faltar, o rosto de Deus iria mudar
(Se non ci fossero i giovani, il volto di Dio cambierebbe!)
“I giovani? Bamboccioni, non competitivi, perché viziati!”, “Giovani europei, profughi della crisi, l’Australia li aspetta”, “Disoccupazione record tra i giovani”. Questo quanto si legge sui giornali in Europa. Ma in Brasile non va meglio. Secondo i dati Unicef, “36735 adolescenti e giovani brasiliani tra i 12 e i 18 anni verranno assassinati dal 2013 al 2016, se per caso rimarrà stabile l’attuale ritmo di violenza nel paese latinoamericano”.
Vi siete mai chiesti chi sono i personaggi più importanti nella Bibbia? Io ne dico due. Gesù e sua madre Maria. Quando il Signore ha deciso di mettere nel grembo di Maria il Salvatore del mondo, lei aveva circa 15 anni! Dio ha dato in mano le sorti del futuro cristianesimo ad una adolescente. E quando Gesù predicava per le strade? Una 30ina d’anni. Insomma un giovanotto. La nostra fede è stata tramandata nei secoli da giovani (Rebecca, Giuseppe d’Egitto, Davide di Golia, Ester, Isaia, tutti adolescenti) e ha avuto il suo culmine con due giovani come Maria e suo marito Giuseppe e subito dopo con Gesù. Dio non ha avuto paura! Ha dato fiducia ai giovani, gli ha consegnato responsabilità enormi e è stato ripagato.
La Chiesa cattolica brasiliana fin dal 1962 organizza la Campagna di Fraternità. Che cos’è? È una campagna che inizia in Quaresima che si impegna a risvegliare la solidarietà dei suoi fedeli e della società in generale a riguardo di un problema concreto che riguarda la società brasiliana. E in quell’anno la Chiesa si impegna non solo a parlare di quel tema, a far interrogare l’opinione pubblica e la società civile, ma cerca anche le possibili soluzioni per migliorare la situazione! La Campagna di Fraternità è la Chiesa a servizio della società, è un’evangelizzazione che oltrepassa la frontiera della Chiesa, così che la Chiesa stessa possa compiere la sua missione in una forma molto ampia.
Nel 2011, per esempio, la Campagna fu dedicata alla difesa del creato e all’educazione ambientale
(«Fraternità e vita del pianeta»), l’anno scorso al diritto alla salute («Fraternità e salute pubblica»), mentre in questo 2013 è «Fraternità e gioventù», con il motto tratto da un versetto del profeta Isaia (6, 8), «Eccomi, manda me!».
Perché i giovani? Forse perché la Giornata Mondiale della Gioventù sarà in Brasile tra pochi mesi, ma soprattutto perché il problema giovani in questo Brasile è davvero serio. 2 omicidi di media al giorno a São Luis nel 2012: di questi il 70% è di giovani. Droga, alcool, crack uccidono quasi soltanto giovani. Scuole pubbliche inefficienti, senza professori, senza spazio, con classi di 50 alunni, che funzionano di mattina per un gruppo, di pomeriggio per un altro, di sera per un altro ancora, perché non si sono edifici a sufficienza. Mancanza totale di spazi pubblici: a Cidade Olimpica con 80/90mila abitanti non c´è una piazza, un parco, un luogo di ritrovo, una biblioteca, un teatro, niente. La strada è il luogo di incontro, di dialogo, di gioco, di partite di calcio o gare di aquiloni, ma anche di spaccio, violenza, morte. Si diventa mamma tra i 14 e i 20 anni, a 25 si è già deciso di legarsi le tube per non rischiare di avere altri figli.
Essere giovani in questo Brasile, in questo Maranhão, è vivere il vero calvario di Gesù. È portare una croce pesante, su una strada lastricata e senza luce alla fine. Alle volte appare un Simone di Cirene che ti aiuta, ma spesso, troppo spesso, il cammino finisce in tragedia. E a piangere sono le tantissime famiglie che ogni anno perdono figli su figli a causa della droga.
Il Venerdì Santo i giovani della nostra parrocchia realizzano la Via Crucis dal vivo per le vie di Cidade Olimpica. Un vero e proprio calvario, che lascia nei cuori delle persone emozioni forti. Oltre a Chicca tra i registi, anche il piccolo Isacco ha recitato (vedi tutte le foto cliccando qui). Quest’anno la Via Sacra si è conclusa con Gesù che si alza e abbracciato dai giovani, sorride, guarda al futuro, canta e sorride.
Dietro ad ogni ragazzo che ha partecipato alla Via Sacra ci sono vere storie di violenza, di calvario, di difficoltà famigliari, “Maria” ha avuto il coraggio di denunciare il padre che stuprava lei e i suoi fratelli, “Simone di Cirene” sa quanto può far male una cintura, perché l’ha conosciuta dentro le mura di casa, “Caifa” ha 18 anni e la settimana scorsa ha perso il papá, morto di cancro per la pessima situazione sanitaria maranhense e ora si ritrova con una famiglia sulle spalle... Ma tutti questi ragazzi con l’aiuto di tante persone, di amici e soprattutto con grande fede hanno trovato la forza per andare avanti e ora sono dei veri testimoni per tutti noi e per i loro coetanei, esempio vivo di Gesù Risorto! Ecco cosa significa credere nei giovani, avere fiducia nella gioventù!
E per citare l’inno della Campagna di Fraternità 2-13:
Sono qui Signore, sono giovane, sono il tuo popolo!
Ho fame di giustizia e di amore!
Voglio aiutare a costruire un mondo nuovo.
Per formare una rete di fraternità
Un nuovo cielo, una nuova terra, la tua volontà,
Eccomi, manda me Signore!
Un augurio a voi e alle vostre famiglie di una Santa Pasqua di fiducia nel Signore: Pasqua non è stata solo il 31 marzo 2013, ma è tutti i giorni, nelle nostre famiglie, nel sorriso dei nostri giovani e dentro di noi.
Ciao!
Damiano, Chicca e Isacco
Ps. la Campagna di Fraternità 2014 sarà «Fraternità e traffico di esseri umani», altra piaga di questo mondo, per riaffermare il valore del rispetto della dignità di ogni uomo, donna e bambino.

Buona Pasqua dal Brasile: scrive Maria



FELICE PASQUA!

Maria invece stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Ella si voltò e gli disse in ebraico: "Rabbunì!" - che significa: "Maestro!”. (Gv 20, 11-16)


Tante sono le croci che incontriamo tutti i giorni nel nostro bairro;
troppe le morti violente di cui sentiamo parlare quasi quotidianamente (i dati divulgati sui giornali parlano di cinquantacinque omicidi in tutta São Luis solo nel mese di marzo 2013);
tante le storie che ascoltiamo di persone che sono private di un'assistenza sanitaria adeguata o di bambini che non ricevono un'istruzione minimamente degna solo perchè quella offerta dal comune è gratuita e, quindi, di bassissimo livello;
molte le storie di giovani entrati nel mondo del crack e della droga e delle loro famiglie messe in ginocchio dalla sofferenza e dall'impotenza...

Davanti a tutto questo la Ressurrezione di Cristo accende in noi la speranza e ci invita, come Maria, a non smettere di piangere di fronte ai luoghi bui e vuoti che abitano le nostre città e le nostre giornate.
Accettare di rimanere davanti al sepolcro vuoto significa continuare a cercare la presenza divina anche dove ci sembra di incontrare solo assenza e mancanza di significato.
Che tutti noi possiamo essere capaci di riconoscere la voce di Cristo Risorto distinguendo i segni posti sul cammino per dire con gioia, insieme a Maria, “Rabbunì! Maestro!”

A tutti voi il mio augurio di una felice Pasqua!





domenica 3 marzo 2013

Newsletter della famiglia: le ali della libertà

Scrive Damiano
Newsletter 29: “I 3 del mese”
3 marzo 2013: Le ali della libertà
Sono le 8 del mattino quando vengono a chiamarmi al cancello, quattro adolescenti 15enni della parrocchia. Sono stranamente puntuali: forse anche loro sono agitati per l’esperienza che andranno a vivere oggi. Per strada raccogliamo il resto del gruppo: siamo in 14 divisi su due macchine. Oggi andiamo a visitare il CJE (Centro Gioventù Speranza) nel quartiere vicino al nostro (Maiobinha). Qui lo definiscono un centro di recupero per minori che hanno commesso crimini: di fatto è un carcere minorile (con 16 ospiti, o meglio detenuti, in questo periodo). E le prime immagini che vediamo lo dimostrano: celle con finestre e porte inferriate e grossi catenacci arrugginiti con lucchetti. [continua]