giovedì 6 giugno 2013

11 giugno: a Casa Serena (Vr) pranzo di solidarietà per la missione São Luis


Torno perchè - Preghiera di Padre Claudio



TORNO perchè è arrivato il momento                                                   
TORNO perchè non vedo l’ora di raccontarti…                                                  
TORNO perchè  nella vita bisogna saper tornare
TORNO perchè la Chiesa di Verona ha bisogno di me e anch’io sento il bisogno di donarmi a questa Chiesa dove sono stato ordinato prete
TORNO perchè i poveri hanno bisogno di qualcuno che parli sempre di loro
TORNO perchè le ricchezze di fede, di gioia e di umanità che ho ricevuto qui in Brasile devo condiverle con te                                                        
TORNO perchè, come Maria, dopo aver visitato la cugina Elisabetta, ho nel cuore una gioia immensa che mi darà la forza per iniziare una missione forse più difficile…
TORNO perché ho voglia di ascoltare le meraviglie di Dio che sono capitate in questi anni anche nella Chiesa di Verona
TORNO per annunciare che qui in Brasile c’è una Chiesa Giovane piena di fede, gioia e entusiasmo
TORNO perchè vorrei condividere con preti e laici lo stile Conciliare e Sinodale in cui ho sempre creduto, come espressione adeguata ai tempi, di fede e condivisione evangelica
TORNO perchè so quello che lascio, ed è molto!; so piú o meno quello che trovo, anche se in otto anni molte cose saranno cambiate; ma sono consapevole che bisogna iniziare ogni giorno di nuovo…
TORNO con umiltà, sapendo che in questi anni la Chiesa di Verona ha fatto cammini che io non ho sperimentato e che sono ansioso di conoscere
TORNO con la consapevolezza che i problemi umani e spirituali, pur nella diversitá di usi e costumi, in fondo sono molto simili, perché siamo tutti della stessa famiglia di Dio 
TORNO perché qui ci sono persone che restano, e se tutti tornassero, i poveri non avrebbero nessuno che si curi di loro 
TORNO perché è importante annuciare che il vero missionario è solo uno strumento di passaggio 
TORNO perchè uno che ha visto con i propri occhi è più credibile
TORNO per ricordare che i doni culturali, religiosi, sociali che abbiamo ricevuto sono per tutti 
TORNO per invitare altri preti e laici ad ascoltare il proprio cuore, dove la voce di Dio è più limpida, e intraprendere generosamente il servizio “ad gentes”
TORNO libero, piú libero di prima, per poter servire tutti
TORNO per  poter raccontare ai Brasiliani, attraverso le lettere in Internet, le meraviglie di Dio in terra italiana 
TORNO perchè so di poter contare anche sulla tua amicizia fraterna
TORNO perché se non torno adesso non torno piú!
                                                                                con amicizia e riconoscenza
                                                                                                                    pe Claudio Vallicella

“Estou arrumando a mala!” (Sto preparando la valigia!): scrive padre Claudio


I sorrisi disarmanti dei bambini e degli adulti di fronte a problemi insolubili
Le lacrime che non sono riuscito ad asciugare
La bibbia e la corona del rosario sempre in mano a tanta gente
La creatività dei giovani e le loro voglia di andare avanti com umiltà, gioia e entusiasmo senza fermarsi davanti agli ostacoli posti dagli adulti
Le discussioni a volte tese e le allegre chiaccherate dell’equipe dei preti e dell’equipe completa preti e laici
Il rispetto degli ubriachi e drogati per me, che sono solo un prete
La confidenza dei bambini, lo sguardo sereno e spesso sofferto delle mamme e la fierezza umile dei papá 
L’accoglienza, il rispetto e la fiducia dei preti locali
Le telefonate con molti amici e parenti in Italia e in Brasile
La cordialità del vescovo di São Luis
Le gradite visite di vescovi, preti, seminaristi, parenti, giovani, famiglie e laici alla nostra missione
I volti di tante persone che ti facevano capire, al di lá della cultura differente, cosa c’era dentro il loro cuore
Le celebrazioni liturgiche festive e sempre solenni
Le offerte arrivate da persone spesso sconosciute
Le lacrime per il mio rientro in Italia
Le braccia alzate per pregare e gli abbracci di pace
La collaborazione rispettosa e generosa con l’istituto di suore di origine polacca presente in parrocchia
Le persone incontrate per strada, ringraziando per aver trovato lavoro o le mamme che piangendo di gioia annunciavano che i loro bambini sapevano leggere e scrivere, grazie ai corsi organizzati dalla nostra Fondazione
L’abbraccio del sindaco disperato davanti ai problemi piú grandi di lui
I ritardi vissuti senza alcuna preoccupazione
Le visite in Italia
Le tante cose che avrei potuto fare e che non ho fatto
Il cercare di offrire una sedia decente, magari chiedendo al vicino, quando entravi in casa di qualcuno
Le feste a sorpresa
Le interminabili riunioni del Consiglio Pastorale
I pranzi tra italiani e i churraschi brasiliani
Le feste di compleanno, con relativi momenti di preghiera prolungati
I “velori” dei bambini, pieni di fiori e di altri bambini, e…il dolore delle mamme
La natura semplice e meravigliosa: le farfalle, i fiori, i pappagalli, il verde e… le zanzare
La morte del caro papà
La capacità di fare cose straordinarie con pochissimi mezzi
Le strade piene di buche e l’arrivo dell’asfalto
La fraternità tra missionari
Le persone che vanno con la carriola a fare la spesa o a procurare acqua
I carrettini con i muli e le biciclette senza freni, nè fanali…
I bambini che giocano a calcio in mezzo alla strada quando piove
I bambini e gli adulti che giocano con l’aquilone
La pazienza di chi tentava di capire quello che dicevo
La presenza di Dio in ogni momento…
…….


Riflettendo sui diritti umani: scrive Maria

I livelli di criminalità violenta sono rimasti elevati. Le autorità hanno risposto ricorrendo spesso a un uso eccessivo della forza e a torture. Giovani uomini di colore hanno continuato a costituire una percentuale sproporzionatamente elevata tra le vittime di omicidio. Sono pervenute notizie di tortura e altri maltrattamenti nel sistema carcerario, caratterizzato da condizioni crudeli, disumane e degradanti. Braccianti agricoli, nativi e comunità quilombola (discendenti di schiavi fuggitivi) sono stati vittime di intimidazioni e aggressioni. Sono rimasti motivo di grave preoccupazione gli sgomberi forzati, sia negli insediamenti urbani che nelle campagne”.
Quello che ho riportato è il paragrafo introduttivo al rapporto 2013 di Amnesty International riguardo alla situazione dei diritti umani in Brasile: in poche righe già si percepisce la criticità della situazione in cui si trova il Paese [1] .
Ora, parlare di diritti umani in Brasile significa aprire una parentesi piuttosto ampia. A livello federale come a quello statale esistono vari uffici e nuclei che agiscono per la tutela dei diritti umani: tra i più importanti menziono la Segreteria dei Diritti Umani dello Stato (SEDH), le sezioni diritti umani di Difensoria Pubblica, Ministero Pubblico e OAB (Ordine degli Avvocati), il Movimento Nazionale dei Diritti Umani (MNDH) e la Società dei Diritti Umani (SMDH).

Facciamoci negri tra i negri: scrive Damiano

In questa newsletter userò spesso l’aggettivo negro per parlare di una persona “di colore” (come viene
definita in Europa, senza pensare che il nostro bianco è pure un colore...). Aggettivo che in Brasile non ha alcun tono dispregiativo.
Siamo andati ad un matrimonio di due amici. Lui negro, lei parda (mulatta). Sulla torta di nozze c’erano i due
omini di decorazione: bianchissimi! E gli sposi tristi ci hanno detto: “non siamo riusciti a trovarli negri!”.
Alla rappresentazione della Via Crucis di quest’anno, la gente voleva che fossi io il Gesù: oltre alla barba, perché sono bianco. E gli esempi potrebbero continuare...
 

La Parrocchia Santissima Trindade: scrive Padre Manuele

Domenica 26 maggio, festa della Santissima Trinità, alla quale è intitolata la nostra Parrocchia, in un clima di grande festa e allegria, io e don Michele, nuovi arrivati, dopo qualche mese di ambientamento, con la presenza del nostro Vescovo dom Josè Belisario, abbiamo fatto il nostro ingresso ufficiale in Parrocchia – ingresso che è stato formalizzato con la firma dei necessari documenti diocesani – costituendo così, con don Claudio e don Orazio, la nuova equipe, che accompagnerà questa parrocchia brasiliana affidata ai noi preti fidei donum veronesi.

Vorrei raccontarvi qualcosa della nostra attività.
Non so però se partire dalla miseria che ci circonda, a volte profonda come le buche che costellano le nostre strade; o dalla speranza, che anima questo popolo, che canta: “Pão em todas as mesas, da Pàscoa a nova certeza. A festa haverà e o povo a cantar, aleluia”. Dalla violenza, che ferisce e deturpa il volto di questa bella città; o dai sorrisi dei bambini, che allo scambio di pace ti tirano il camice in attesa del tuo abbraccio. Dall'acqua che non arriva nei rubinetti delle case e da quella che invece arriva in abbondanza quando piove, trasformando le strade in acquitrini; o dall'allegria delle nostre celebrazioni, che fanno già fin d'ora respirare quella felicità, che centuplicata godremo in paradiso.

La Parrocchia Santissima Trindade 
La nostra parrocchia è organizzata in 9 comunità. Tre comunità fanno parte del grande bairro di Cidade Olimpica, costituitosi nel 1996 (anno delle Olimpiadi di Atlanta, da qui il nome), con la più grande invasione di terre libere dell'America Latina (un movimento di circa 60.000 persone): Santissima Trinità, che si trova al centro del quartiere ed è la più grande, Gesù Misericordioso e Nostra Signora dell'Assunzione. La comunità Divino Spirito Santo si trova nel conjunto Geniparana, nato qualche anno prima di Cidade Olimpica (non è frutto di una occupazione, ma di una pianificazione del Governo). Altre tre comunità più piccole sono in bairros limitrofi, frutto di invasioni più recenti e più piccole rispetto a Cidade Olimpica (queste invasioni, occupazioni abusive di terre libere, cioè non usate dal proprietario, sono una caratteristica di questa zona e stanno continuando tuttora): troviamo la comunità Bambino Gesù nel bairro Nestor, Santa Lucia nel bairro Josè Reinaldo Tavares e nel bairro Sarney Costa c’è una piccola comunità che sta muovendo i suoi primi passi. Ci sono ancora due comunità nei bairros nella foresta e nella zona rurale, che hanno una origine diversa con una lunga storia alle spalle: le comunità di Sant’Anna e di San Biagio. In totale (è piuttosto difficile fare il conto per la grande mobilità delle persone) in questa zona ci sono circa 80/90.000 abitanti. Ogni comunità ha la sua chiesa, più o meno grande, a seconda del numero delle persone che gravitano attorno a quella comunità; più o meno rifinita, a seconda delle possibilità economiche della gente della comunità.
(In questo periodo la comunità Gesù Misericordioso sta ampliando la propria Chiesa, diventata ormai troppo piccola: il lavoro per la costruzione è fatto volontariamente dalle persone della comunità, che si stanno impegnando anche a raccogliere i fondi necessari, aiutati economicamente anche da noi. Nella piccola comunità di Sarney Costa – chiamata
con il nome del bairro, perché ancora non è stato scelto il nome del padroeiro (patrono) che dà il nome alla comunità – si sta realizzando in questi mesi un piccola chiesa per la celebrazione della Messa e l'incontro della comunità.) 
Accanto ad ogni Chiesa c'è un centro ricreativo-formativo per le attività pastorali e sociali. Ogni comunità ha le proprie attività, i propri gruppi (come una normale parrocchia in Italia), ma tutte dipendono poi dalla Parrocchia. La parrocchia, essendo nuova e piuttosto povera, per ora non ha raggiunto l’autonomia economica, ma si sta organizzando per arrivarci nel giro di qualche anno. Qui le parrocchie si autofinanziano attraverso il dízimo. Il dízimo è una vera e propria pastorale, che lavora per sensibilizzare i fedeli a contribuire per le necessità della propria chiesa. E’ una contribuzione libera che la persona si impegna a versare ogni mese.
 
Il bairro Cidade Olimpica
La veloce urbanizzazione di questa zona non è stata accompagnata da strutture sociali adeguate per tutti. In tutte le case è arrivata la corrente elettrica, ma non in tutte c’è l’acqua e non sempre la distribuzione è costante. Non ci sono le fogne, ma pozzi a fondo perduto, mentre le acque bianche delle case (lavandini e docce) vengono riversate direttamente in strada. Per questo si formano piccoli rigagnoli nelle vie e dove l’acqua stagna si formano buche enormi. Non c’è nessuna piazza, nessun parco giochi per i bambini, nessun luogo di ritrovo comunemente riconosciuto, nessuna biblioteca: solo un reticolo anonimo di strade sconnesse che si intersecano nelle tre principali, formando la città. Nella stagione delle piogge, da gennaio a giugno, alcune strade si trasformano in torrenti, le buche sono enormi e purtroppo, dove non c’è l’asfalto, la mobilità
diventa davvero difficile. Mancano quasi tutti i servizi. Ci sono 4 centri di salute, praticamente non funzionanti per mancanza cronica di personale sanitario o di attrezzature o di medicine. Quando c’è l’uno manca l’altro, e la fila della gente in attesa è sempre lunghissima, tanto da far desistere anche i più ben intenzionati. 
I trasporti con i pullman da e per la città sono sempre affollatissimi e, causa le condizioni delle strade, mai in orario (le classiche tabelle a cui siamo abituati noi con i percorsi e gli orari qui neanche esistono...). La realtà è molto povera: l’80% delle famiglie ricevono la borsa famiglia (aiuti finanziari dallo Stato), il 70% vive sotto la soglia definita minima dal governo con il salario minimo di 678 reais (circa 270 euro circa). La maggior parte delle persone vive di lavoretti informali. La percentuale di disoccupazione è alta, ma non esagerata. 
In tutta Cidade Olimpica ci sono due scuole fondamentali pubbliche e qualche scuola privata. L’abbandono e l’evasione scolastica ha indici molto alti. Non ci sono scuole superiori in Cidade Olimpica, quindi i ragazzi dovrebbero andare nella vicina Cidade Operaria, usufruendo del mezzo pubblico. A causa del costo del bus pochi ragazzi possono permettersi di proseguire la scuola dopo l’insegnamento fondamentale. 
Cidade Olimpica è un bairro pericoloso, soprattutto la sera, con assalti e ruberie. (Nella classifica delle città più pericolose e più violente del mondo la nostra San Luis è risultata al 27° posto.) In tale degrado, droga, violenza (con omicidi) e prostituzione sono tre grandi piaghe sociali. Il numero di giovani che fanno uso di droghe è salito in questi ultimi 5 anni in maniera preoccupante e sono di solito i giovani sotto effetto della droga i principali responsabili degli atti di violenza contro la persona o il patrimonio. In una indagine fatta sulla città di San Luis, Cidade Olimpica risulta avere il più alto tasso di analfabetismo, il più alto indice di povertà e il tasso più basso nella raccolta delle immondizie... 
Quando però incontrate il sorriso dei nostri bambini, l'energia incontenibile dei giovani, che nella Via Sacra del venerdì santo ti sanno trasmettere il dolore della morte di Gesù e l'irrefrenabile speranza della sua risurrezione; la grinta di Francinilde, di Karol e di Evandro, la generosità di Luis, di Silvana e di Dalva, la disponibilità dei tanti adulti, uomini e donne, delle nostre Comunità; quando sperimentate la voglia di pregare e di cantare delle nostre assemblee, vi sembra di essere in paradiso, anche se vi infangate con la melma delle nostre povertà. 
Um abraço a todos
pe. Manuel

Attendendo alle necessità pastorali, in funzione di una vita presbiterale solidaria, si nomina un gruppo sacerdotale di attuazione congiunta e solidaria per la Parrocchia Santissima Trinità, localizzata nel bairro Cidade Olimpica, in San Luis, Maranhão. 
Il carattere solidario dell'incarico pluribus in solidum suppone una responsabilità parrocchiale piena e totale di tutto il gruppo congiuntamente.

(dalla Provisão del Vescovo)

In questa domenica di festa le nostre Comunità sono felici e accolgono in
preghiera, con calore e con affetto speciale questi sacerdoti. 
Cari padre Michele e padre Manuele, che vi trovate qui, Dio vi ha chiamati per una missione di servizio al suo popolo. Voi siete arrivati in terra maragnense nella vostra missione sacerdotale con l'entusiasmo di chi si consacrò per amare, e la nostra Parrocchia Santissima Trinità ha la grande missione di accogliervi, amarvi, rispettarvi e valorizzarvi. 

(dal saluto della Parrocchia)

domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua dal Brasile: scrive Padre Claudio


"Estou feliz de estar no fim do mundo!”                                                                                     Sono Felice di essere qui, alla fine del mondo!”
Papa Francesco ha detto che i cardinali sono andati a prenderlo alla fine del mondo. Qui in America Latina, “la fine del mondo”, c’è una realtà di fede e di Chiesa, nei tempi passati forse un po’ relegata ai margini, che vale la pena collocare al centro. Come è questa realtà? È una realtà che vive un grande sviluppo e cambiamento. Nello stesso tempo ci sono grandissime contraddizioni e sfide: disuguaglianze economiche  (i poveri li incontri tutti i giorni per davvero!), disuguaglianze educative (nel paese del grande pedagogista Paulo Freire e di grandi poeti e scrittori, ci sono troppe persone ancora analfabete  e c’è una pessima qualità della scuola), pluralità religiosa (ad ogni angolo ci sono Chiese di tutte le specie e si vive in mezzo a una “concorrenza religiosa”), grande numero di ragazzi e giovani. In questa situazione il mio compito di prete e missionario “fidei donum” della Chiesa di Verona, insieme ai miei colleghi preti Manuele  Modena e Orazio Bellomi (e fra qualche giorno anche Michele De Santi) e insieme ai laici Damiano, Francesca con il figlio Isacco e con Maria Gobbato, è quello di imparare e aiutare, ascoltare e condividere. Qui la Via Crucis è reale per tante famiglie che vedono tutti i giorni i propri figli ammazzati. La fede della gente, per molti aspetti semplice e  spontanea, è piena dell’esperienza viva di tutti i giorni. Non mancano certamente tentativi di mascherare o anestetizzare il dolore della vita, ma negli occhi delle persone traspare sempre insieme la sofferenza delle vicende quotidiane  e la gioia e la speranza che vengono dalla fede. Per questo sono felice di essere qui, “alla fine del mondo”: perchè qui l’esperienza di fede e di Chiesa si intreccia con la vita quotidiana. E la vita ha bisogno sempre della luce e della forza che viene dalla fede. Come vorrei che molti altri miei confratelli preti sperimentassero questo intreccio meraviglioso, di sofferenza e speranza, di morte e risurrezione!  Ma anche a molti laici e famiglie farebbe bene respirare, per un po’ di tempo, una spiritualitá un po’ diversa da quella che spesso si sperimenta in Europa. Forse papa Francesco ci sembra un po’ avanti con gli anni per assumere un incarico così importante per tutta la Chiesa. Ma l’esperienza di una Chiesa giovane, come è la Chiesa dell’America Latina, gli darà la forza di mantenersi giovane anche nella millenaria Roma e di stimolare tutti a riscoprire la bellezza, la semplicità e la verità della fede che trasforma la vita e rende piú autentica la Chiesa.
A tutti,
soprattutto a chi è ammalato o si trova in qualche difficoltà,
                              Felice e Santa Pasqua!
Ciao e Grazie per la preghiera e il sostegno! Claudio Vallicella, prete fidei donum.
Insieme a don Manuele, don Orazio, Francesca, Damiano e Isacco, Maria                                                                      e la Parrocchia della Santissima Trinità in São Luis- Brasile.

Notizie:                                                                                                                                                                                         Il 2 gennaio è arrivato pe Manuele Modena e alla fine di gennaio (come previsto) la nostra carissima Carolina è tornata in Italia. Il 5 di aprile ci sará l’arrivo di pe Michele De Santi (che a fine marzo si è laureato in lingue).