“Luce per illuminare le nazioni!”
(Vangelo di Luca 2,32)
“Lumen Gentium” (“luce delle genti”) é il documento
del Concilio Vaticano II che, collocando Il Signore Gesú come fonte di luce per
tutti, ci mostra come la Chiesa dovrebbe essere missionaria della luce
ricevuta. Gesú bambino e due giovani di nome Maria e Giuseppe sono i
protagonisti non della fine del mondo ma dell’inizio di una nuova umanitá. Il
piccolo Gesú riesce a trasformare la vita di questi due giovani rendendoli
protagonisti non di una storia passata, ma di un presente che incide nel
profondo del nostro cuore facendo crescere giorno dopo giorno quell’esperienza
stupenda che si chiama fede. È bello vedere come i Vangeli ci presentano Maria
e Giuseppe che prendono coscienza del nuovo e che, in mezzo a tanti problemi,
diventano capaci di transformare la realtá. Nell’immagine collettiva i giovani,
sia in Italia che qui in Brasile, sono visti o come assenti, o come problema, o
come speranza per il futuro. Al di lá delle belle intenzioni vengono spesso
lasciati fuori da tutte le istituzioni, sia pubbliche che ecclesiali, come
persone “senza esperienza”, incapaci di fedeltá, responsabilitá e competenza.
Le fragilitá dei giovani, pur reali, sono spesso il frutto di quel mondo di
illusioni creato dagli adulti. E i giovani tante volte si lasciano persuadere.
In Italia i giovani sono una minoranza, i loro voti non hanno molto valore, e
sono i primi, insieme agli immigrati, a pagare il prezzo della crescente
disoccupazione. Qui in Brasile i giovani sono la maggioranza ma vengono
relegati ai margini di una societá che non si preoccupa seriamente, per esempio,
della educazione scolastica; che non si preoccupa della violenza che ha
raggiunto livelli da “sterminio di giovani”. In questi giorni di Natale mi
sorge spontanea una domanda: “Come mai il bambino Gesú si è fidato dei due
giovani fidanzati, Maria e Giuseppe, per trasformare la realtá di tutti i
tempi?” Io invito tutti a farsi questa semplice domanda. Dalla risposta che
troveremo forse potremmo scoprire che cosa vuol dire “credere”.
La Chiesa dell’America Latina
dopo la famosa opzione preferenziale per i poveri (Medellín 1968) ha fatto
anche “l’opzione preferenziale per i giovani” (Puebla 1979). Il papa Benedetto
XVI parlando ai giovani Brasiliani il 10 maggio 2007 cosí diceva: “Voi giovani, non siete solo il futuro della
Chiesa e dell’umanitá, quasi fosse una fuga dal presente. Al contrario: voi
siete il presente giovane della Chiesa e dell’umanitá. Siete il suo volto
giovane. La Chiesa ha bisogno di voi, come giovani, per manifestare al mondo il
volto di Gesú Cristo, come è raffigurato nella comunitá cristiana. Senza il
volto giovane, la Chiesa si presenta sfigurata.”.
La Chiesa Brasiliana con i suoi
giovani si sta preparando alla Giornata Mondiale della Gioventú a Rio de Janeiro
(dal 23 al 28 luglio 2013). Non vuole essere un evento tra i tanti, ma
collocandosi in mezzo all’anno della Fede e continuando il cammino missionario
proposto nella Chiesa dell’ America Latina nella Conferenza di Aparecida (2007)
, si propone come momento incisivo e transformante della vita di una Chiesa che
ha il coraggio di scommettere sui giovani per ritrovare piú autenticitá,
entusiasmo missionario e fedeltá al Vangelo e alle persone del nostro tempo.
UNA CHIESA MISSIONARIA?
Il Centro Missionario di Verona sulla
scia del cammino sinodale, frutto delle prospettive aperte dal Concilio
Vaticano II e facendo tesoro dell’esperienza di molti missionari preti, laici e
religiosi, ha individuato cinque elementi su cui lavorare e che possono dare
alla Chiesa veronese un nuovo respiro:
1. La centralità della Parola; 2. La
vita comunitaria ecclesiale come priorità; 3. La valorizzazione della
ministerialità; 4. Lo stile ecclesiale della corresponsabilità; 5. La
carità vissuta come condivisione e solidarietà. Su questi punti i gruppi
missionari e le comunitá sensibili potranno lavorare nei prossimi anni per dare
un volto e un cuore piú evangelici alla Chiesa.
La Chiesa Brasiliana e la nostra
diocesi di São Luis, dopo le celebrazioni dei 400 anni di annuncio del Vangelo
e l’esperienza in molte parrocchie delle Sante Missioni Popolari si sta
interrogando su come dare uno stile missionario permanente alla vita
parrocchiale. Un campo di azione certamente saranno le visite, da parte di
preti, laici e religiosi, alle persone, cercate non come destinatarie, ma come
interlocutrici. Un altro campo di azione sará la decentralizzazione della
parrocchia per creare una rete di comunitá con piú autonomia e quindi piú
ministerialitá. Un altro campo di azione saranno quegli spazi non fisici, ma di
relazioni diversificate che accadono soprattutto con i nuovi mezzi di
comunicazione sociale. In questo campo di azione l’apporto dei giovani sará
fondamentale. Per iniziare é importante che preti, religiosi e laici si mettano
insieme per pensare, approfondire, progettare, mettere in opera e verificare
tutte le azioni pastorali.
A tutti
Un Felice e Santo Natale e un Nuovo Anno ricco di fede,
amore e impegno missionario!
Ciao e
Grazie per la preghiera e il sostegno! Claudio
Vallicella, prete fidei donum.
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