domenica 31 marzo 2013

Buona Pasqua dal Brasile: scrive Padre Manuele

Marzo ha già 1,5 omicidi al giorno. Il tasso di criminalità raggiunge un numero elevato nella regione metropolitana di São Luís. Nei primi quindici giorni del mese di marzo, la media è di più di un omicidio al giorno. Solo il giorno 11 e il giorno 12, nove persone sono state uccise nei quattro comuni dell'isola. In 15 giorni ci sono state 23 persone assassinate. Oltre il 70% degli omicidi sono legati al traffico di droga. L'anno scorso sono state uccise 635 persone.
La lotta contro il traffico di droga è una priorità. Nell'ultima settimana sono stati arrestati 24 consumatori di droga, operazione eseguita dalla Polizia Civile, la cui sfida principale è frenare la violenza nella capitale. Ci sono diverse inchieste in corso, con la mappatura dei quartieri con il più alto tasso di traffico. La maggior parte degli omicidi sono legati al traffico di droga. Pertanto l'obiettivo è quello di combattere il traffico di droga, che è l'origine di tutto.
Fazeinderos denunciati per uso di manodopera di schiavi: 17 persone sono state salvate.
Il Maranhão è il quarto stato che più utilizza lavoro degli schiavi.
Caos nelle scuole. È in corso una inchiesta per determinare la situazione delle scuole di São Luís, dove sono stati individuati seri problemi per quanto riguarda le ore di insegnamento, il cibo, il trasporto. Problemi che si protraggono dal 2009. Oltre ai problemi alle strutture, c'è carenza di insegnanti, che porta ad un deficit di ore che si accumula dal 2011. L'anno scorso avrebbe dovuto essere reintegrato il disavanzo dell'anno
precedente, che invece non si è verificato.
Piogge causano distruzione nelle vie e nei quartieri di São Luís. Fognature intasate. Un problema che si moltiplica nei quartieri della capitale durante la stagione delle piogge. Connessioni illegali e gallerie intasate contribuiscono ad aggravare la situazione. Una donna incinta ha dovuto essere ricoverata, perché il figlio che
aspettava era morto da almeno quattro giorni nel suo ventre. I residenti l'hanno portata negli ospedali della città, senza che però ricevesse le cure necessarie. In alcune comunità manca anche l'acqua per bere e preparare da mangiare, perché il pozzo che forniva il quartiere è stato bloccato, perché l'acqua era inquinata: non c'è la fogna e la gente è costretta a costruirsi una fossa. La mancanza di rispetto delle regole produce la contaminazione dell'acqua.

Siamo un popolo pasquale in un mondo da venerdì santo.
Nella pagina sopra ho ripreso alcune notizie apparse sui giornali nelle settimane passate, che tentano di raccontare la realtà in cui siamo immersi: realtà non sempre facile e spesso segnata da tante sofferenze, tante volte in cose basilari, che per noi occidentali sono scontate, come può essere l'acqua dal rubinetto di casa, o una scuola decente e regolare nelle ore di insegnamento (Pablo ha terminato a metà marzo gli esami universitari dell'anno scorso: non perché non aveva studiato e li ha rimandati, ma perché le lezioni del 2012 -il calendario scolastico qui segue il calendario civile- sono terminate adesso, per i ritardi che, per tanti motivi, sono stati accumulati). Eppure in mezzo alle cattive notizie risuona un forte invito alla gioia: il popolo brasiliano è un popolo sofferente, ma non sconfitto, non rassegnato. È forte di quella gioia, di quella speranza che la risurrezione di Gesù ha aperto per tutti quelli che lo accolgono. Anche noi siamo invitati a leggere alla luce della risurrezione di Cristo le vicende lieti e tristi della nostra vita: “ciò che ci determina non sono le circostanze drammatiche della vita, né le sfide della società, né i compiti che dobbiamo intraprendere, ma è soprattutto l'amore ricevuto dal Padre per mezzo di Gesù Cristo con l'unzione dello Spirito Santo” (Documento di Aparecida).
Siamo felici non perché stiamo bene, non perché tutto va bene, ma perché Gesù è Risorto e riempie il nostro cuore di pace e gioia: transbordando (straripando, traboccando) di gratitudine e felicità, testimoniamo il dono, la bellezza dell'incontro con Gesù (Documento di Aparecida).
Che anche voi, in mezzo a sfide e circostanze non sempre facili, possiate essere insopportabilmente felici!
Uma feliz e abençoada Pàscoa! 
pe Manuel

E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza!
(Papa Chico, no Domingo de Ramos)
Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima.
Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. Perché la Croce? Perché Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, di tutti noi, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio. Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità! E Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione.
Questo è il bene che Gesù fa a tutti noi sul trono della Croce. La croce di Cristo abbracciata con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte.

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